In molti abbiamo l’abitudine di lasciare i caricabatterie che utilizziamo per ricaricare i nostri cellulari inseriti nella presa elettrica. Circola però da molto tempo la diatriba su quanto questa abitudine influisca sull’effettivo dispendio energetico e di conseguenza sull’aumento delle bollette domestiche.
Le opinioni sono molte e sempre differenti. C’è chi dice che questa è una pessima abitudine che ci fa sperperare decine di euro di consumo elettrico, e c’è chi dice che invece non è un grave problema come sembra. Insomma, intorno a questo argomento c’è sempre grande fermento.
In questo articolo vogliamo cercare di fare un po’ di chiarezza intorno a questa discussione e cercare di trovare una soluzione.
Il caricabatterie va lasciato o va staccato dalla presa quando non si usa? Scoprilo nei prossimi paragrafi.
Caricabatterie inserito nella presa: una cattiva abitudine davvero comune
Diciamo la verità, quasi tutti hanno la cattiva abitudine di lasciare inserito il caricabatterie inserito nella presa, anche quando nessun dispositivo è collegato ad esso. Nelle presa vicino ai comodini o a quelle della scrivania, sfido la maggior parte delle persone a dire di non avere un caricabatterie inserito.
Questa abitudine è sicuramente da ricondurre ad un’utilizzo molto frequente e crescente di ogni tipo di dispositivo mobile. Telefoni e tablet hanno un costante bisogno di essere ricaricati, tanto che non vale la pena staccare il caricabatterie dalla corrente elettrica.
Questo comportamento genera indubbiamente però un dispendio di energia. Ma quanto effettivamente questo consumo influisce sulla bolletta della corrente elettrica?
Dare una risposta univoca a questa domanda è impossibile. Questo infatti dipende da molti fattori come la potenza del caricabatterie e la quantità di caricatori che si lasciano inseriti.
In che modo avviene il dispendio di energia?
È difficile quantificare quanto questa abitudine influisca sul nostro portafoglio. Quello che però possiamo toccare con mano è l’effettivo dispendio energetico. Se proviamo a toccare un caricabatterie inserito in una presa, ma non collegato a nessun dispositivo da ricaricare, noteremo un leggero surriscaldamento.
Questo è il chiaro segnale che anche se a ritmi bassissimi, il caricabatterie è in funzione. Effettivamente allora un dispendio energetico è misurabile. Ma quanto davvero ci dobbiamo preoccupare per questa comune usanza?
La verità come spesso succede si trova a metà tra le due opzioni più drastiche. I veri motivi per cui dovremmo fare attenzione a questa usanza sono altri:
- Motivi di sicurezza
- Tematica ambientale
Nei prossimi paragrafi approfondiremo questi due aspetti.
Togliere il caricabatterie dalla presa ci protegge dal rischi di incidenti domestici
Gli incidenti domestici possono avere le più svariate cause scatenanti. I più comuni rischi che si hanno in casa sono legati agli incendi. Seppur e sia vero che questo avviene in minima parte a causa di apparecchiature elettroniche, non è il caso di rischiare inutilmente.
Può succedere infatti che per un malfunzionamento del dispositivo, o per un sovraccarico elettrico, il caricabatterie generi delle scintille che possono generare un incendio. Un modo per prevenire questo minimo rischio è senza dubbio quello di staccare i caricabatterie dalle prese domestiche.
Un dovere nei confronti dell’ambiente
Facendo un ragionamento più ampio possiamo affermare che nel nostro piccolo di singoli consumatori lasciare un caricabatterie in una presa non farà molta differenza.
Proviamo però a pensare a quante persone nel mondo hanno questa cattiva abitudine. Se sommiamo insieme tutti i piccoli consumi di energia elettrica che può generare questo gran numero di persone, il risultato è sbalorditivo.
Lo spreco di energia sarà elevatissimo. Proviamo allora dunque a cercare di cambiare questa nostra abitudine, non soltanto per noi stessi, ma per l’ambiente. Proviamo dunque a staccare i nostri caricabatterie dalla presa della corrente, facciamolo per un pianeta a cui dobbiamo ancora tanto.